Per tutti o quasi i figli trovare la propria strada è un processo lungo e faticoso, ho pensato fosse utile condividere qualche proposta e idea stimolante basata sia sulla mia esperienza come mamma di tre figli, sia come professionista mental coach e teen coach. Vediamo allora insieme 5 consigli e altrettante proposte per aiutare un figlio a trovare la sua strada in questo mondo.
Aiutare un figlio a trovare la sua strada è tutto tranne che semplice. Le scelte e quindi le strade che un figlio può percorrere sono infatti molteplici, per non dire infinite. Chiaro: stiamo parlando di figli in generale, con un’età media che può variare dai 13-14 anni ai 18-20. Un lasso di tempo in apparenza breve e fuggevole ma in realtà di cruciale importanza per determinare quale sarà il futuro di nostro figlio o di nostra figlia. Sarà uno sportivo? Diventerà uno studioso a tempo pieno? Imparerà tante lingue? Farà carriera? Ma soprattutto: sarà felice e realizzato? Le domande che frullano in testa a un genitore sono decine, e più sono le difficoltà che incontra il figlio, più queste domande si fanno insistenti. E siccome per tutti o quasi i figli trovare la propria strada è un processo lungo e faticoso, ho pensato fosse utile condividere qualche proposta e idea stimolante basata sia sulla mia esperienza come mamma di tre figli, sia come professionista mental coach e teen coach. Vediamo allora insieme 5 consigli e altrettante proposte per aiutare un figlio a trovare la sua strada in questo mondo.
1) dialogo e ascolto: i pilastri della relazione con i figli
Un figlio che non è ascoltato dai genitori e che non ha modo di esprimere le proprie inclinazioni nel contesto familiare è un figlio che non avrà mai il riscontro che si aspetta su ciò che pensa o sulle azioni che compie (figuriamoci sulle strade che vorrebbe perseguire!). Eppure, un errore classico in cui cadono ancora i genitori di oggi, è quello di evitare il dialogo e l’ascolto, lasciando il figlio in balia di se stesso. Le scusanti sono le stesse che da quasi mezzo secolo accompagnano la crescita dei figli nella nostra società: “non ho tempo”, “tanto non mi ascolta”, “con me non vuole mai parlare”… purtroppo non è facile e mai lo sarà, ma per l’amore che si prova nei confronti di un figlio che sta crescendo, è doveroso sforzarsi e tentare di instaurare una relazione di fiducia e rispetto reciproco e non certo di silenzio-assenso.
2) risolvere insieme problemi e disagi psicofisici
Vale per gli adulti e a maggior ragione per i ragazzi e le ragazze: se un disagio o un problema psico-fisico sta covando sotto le braci, o si è già manifestato nella sua virulenza, mai più si riuscirà a ottenere un risultato o raggiungere un obiettivo con profitto. Pensiamo a casi di adolescenti bulimici, o anoressici, o vittime di bullismo. Come potrà un figlio in queste condizioni trovare serenamente la propria strada (e vincere le sfide che si presentano lungo il percorso?).
Anche qui l’impegno del genitore deve essere incisivo: con l’aiuto di un professionista qualificato, sarà possibile risolvere insieme al figlio eventuali problematiche e disagi psicofisici, eliminando così i fattori di rischio e disturbo che, inevitabilmente, pregiudicherebbero qualsiasi percorso di scelta e crescita.
3) provare, sbagliare strada e provare di nuovo
Arrivare a scegliere la strada giusta vuol dire nella stragrande maggioranza dei casi aver sbagliato numerose strade alternative.
Emblematica è la frase di Michael Jordan, tra i migliori giocatori di basket della storia:
Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.“
Questa frase bisogna sempre tenerla a mente, specie quando il figlio sbaglia. Incoraggiamolo a ripartire e tentare di nuovo, senza stress, senza ansia da prestazione, senza rimproveri gratuiti e minacce. Ricordiamo sempre che se anche un fuoriclasse come Jordan ha ammesso i suoi errori, un ragazzo adolescente ha tutto il diritto di sbagliare!
4) condividere il proprio tempo senza delegare
Un altro rischio che viene a galla quando parlo con genitori di figli che vogliono trovare la propria strada è la delega del tempo. Quando un figlio sta crescendo e sviluppando la propria identità, è fondamentale che il genitore sia presente con tutto se stesso. Delegare a figure terze come i nonni, gli zii, i cugini o peggio ancora la babysitter è legittimo se fatto una tantum, in momenti di emergenza, ma diventa deleterio se si trasforma nella norma.
Esserci come genitore nei momenti di sconforto come in quelli di trionfo è un elemento di feedback positivo eccezionale, che solo un padre e una madre riescono a trasmettere con tutta la loro forza. Non manchiamo sul più bello né sul più brutto, perché sarà lì che faremo la differenza.
5) seguire il percorso del figlio (e non tampinarlo)
Ultima proposta che mi sento di fare come teen & mental coach specializzata è quella di seguire il percorso del figlio con il giusto atteggiamento. Parlavo prima di stressarlo, tampinarlo, rimproverarlo, mettergli pressione… sono tutti atteggiamenti che non servono certo a incoraggiare il figlio, anzi: messo sotto pressione, un adolescente rischia di sbagliare più volte del necessario, bruciando le occasioni che gli si presentano di fronte. Lo stress eccessivo può inoltre innescare “sistemi di difesa” pericolosi come l’abuso di tranquillanti o il consumo anomalo di alcool.
Attenzione alla fretta e al pressing smodato: siamo in una società competitiva, ma non per questo deve farne le spese nostro figlio.
Rispettiamo i suoi tempi di crescita e le sue indecisioni, perché solo così troveremo la chiave di volta per maturare come adulto e come individuo unico e realizzato nelle proprie scelte!